mercoledì 4 maggio 2016

Trasferta eno-geologica in Alto Adige


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Geologia e Cucina è ospite delle Giornate Altoatesine del Pinot Nero, la prestigiosa manifestazione che giunge quest'anno alla sua XVIII edizione.
Come si legge dal comunicato stampa "si tratta dell’appuntamento più atteso per tutti gli amanti del Pinot nero, che per tre giorni affollano Egna e Montagna. I due piccoli centri della Bassa Atesina, in provincia di Bolzano, rappresentano il cuore della produzione altoatesina del Pinot nero, grazie ai meravigliosi vigneti posizionati sull’Altopiano di Mazzon (Egna) e nelle località Glen e Pinzon (Montagna), che dominano dall’alto la Valle dell’Adige.
Il pubblico di appassionati, esperti, enologi e vignaioli da tutta Italia e dai paesi di lingua tedesca, attende con curiosità e passione i banchi d’assaggio, le verticali e i seminari che ogni anno vengono proposti dal Comitato  organizzatore dell’evento, con l’obiettivo di accrescere la cultura su questo nobile vitigno. Da questo intento nasce la formula del confronto fra i vini della medesima annata, quest’anno il 2013, grazie alla quale si ha la possibilità di accogliere nel proprio calice e valutare oltre 100 Pinot neri da tutto il mondo".


In effetti la partecipazione al ricco banco di assaggio è stata una esperienza unica, in compagnia degli amici Fabrizio ed Eugenio di GustoVino. La possibilità era quella di degustare tutti e 70 i vini che hanno partecipato al concorso nazionale, affiancati da una selezione di circa 20 Pinot nero provenienti da varie parti del mondo. La sede altrettanto efficace, la Sala Culturale "Haus Unterland" ad Egna.


Il concorso di quest'anno ha messo sul podio un pari merito, le versioni dalle Cantine St.Pauls e della Cantina Girlan, rispettivamente i Pinot nero Riserva "Passion" e Riserva "Trattmann", distanziati di pochissimo dalla Riserva "Anrar" della Cantina Andrian.


Come tutti gli appassionati sanno, il Pinot nero è un'uva difficile, ma capace di espressioni altissime in termini di finezza, corredo aromatico ed eleganza. che deve assolutamente derivare da idonee caratteristiche geologiche e climatiche del suo areale di produzione. Ecco perché i Pinot nero nel mondo mostrano la loro massima qualità solo in alcune regioni: fra tutte la Borgogna, sua patria di elezione. Il 2013 in degustazione sconta, in alcune zone, una eccessiva alcolicità frutto delle paticolari condizioni climatiche dell'annata.


La innata "delicatezza" del grappolo (acini serrati a mo' di pigna, da cui il nome pinot, buccia sottile sensibilità alle muffe, maturazione precoce) richiede una particolare attenzione nel trattamento in vigna ed in cantina.


In Alto Adige, che rappresenta sicuramente la regione dal più elevato livello dei Pinot nero nella nostra penisola, quest'uva si coltiva dal milleottocento, a quote elevate e in zone dal clima mediamente secco. Il pianoro naturale Mazzon, sopra Egna, rappresenta sicuramente uno dei migliori fondi per la viticoltura della zona.


L’Alto Adige è lo scenario di un fantastico e variegato mondo alpino fatto di montagne cristalline, ghiacciai, altipiani e montagne dolomitiche, patrimonio dell’Unesco. Sono pochi i luoghi che possono vantare una tale varietà di paesaggi.
La causa di tutto questo ha anche un’origine  geologica perché  possiamo considerare questa zona un territorio con peculiari caratteristiche tettoniche e stratigrafiche che riscontriamo dal paleozoico all’attuale. E dal punto di vista geologico qui si  trovano riunite formazioni rocciose che si sono originate in due  continenti: quello europeo a nord e quello africano a sud che partendo da una matrice  rocciosa molto diversa e da una  paleogeografia variegata hanno dato luogo a paesaggi multiformi. E quindi mentre  a sud prevalgono le  rocce  sedimentarie e magmatiche del Sudalpino il nord è caratterizzato prevalentemente dalle rocce metamorfiche dell’Austroalpino.
Questa varietà petrografica ha influito anche sulle  risposte  alle  sollecitazioni a  intemperie  e a ogni sorta di forze  esogene durante i periodi glaciali.
L’area in cui ci troviamo oggi ha un’evoluzione geologica  che va  dal Paleozoico superiore e  ha il culmine nel Mesozoico con la deposizione delle  rocce che costituiranno le Dolomiti. 

  
Le rocce affioranti nell'area di Egna sono le Arenarie  della Val Gardena del Permiano (Paleozoico), seguite dalla Formazione  a  Bellerophon e la  Formazione di Werfen la cui successione testimonia l’ingressione di un mare poco profondo e  la conquista da parte  di queste acque di un territorio continentale che nel Triassico (Mesozoico) si  estendeva fino all’attuale Adige.

Carta Geologica d'Italia foglio 043 "Mezzolombardo" scala 1:50.000
Senza entrare nel dettaglio caleidoscopico del vino, è evidente un rapporto diretto tra le caratteristiche geologiche della zona e le uve di qualità, che fanno proprio di questo areale un "habitat" ideale del vitigno. Dal punto di vista geologico, nell'area dell'altopiano di Mazzon (toponimo Mazzone) la roccia madre, che genera suoli dall'elevato tenore di calcare, è rappresentata da questi terreni.




Un gradino morfologico, visibile in foto, separa l'areale del pianoro dove sorgono i vigneti dalle cime montuose boscate che lo sovrastano.

Nella bellissima trasferta non è mancata una visita alla storica cittadina di Egna, dalla delicata architettura veneziana delle sue case in pietra, i cortili, i portici e gli "erker", le inconfondibili finestre ricavate a sbalzo sulle mura esterne. create per conferire una maggiore luminosità agli ambienti delle tipiche abitazioni altoatesine.


La giornata si è degnamente conclusa con una cena da Johnson&Dipoli, con i piatti della tradizione locale in un ambiente elegante al centro della cittadina di Egna.

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